Il compito che ci siamo dati è costruire l'alternativa alla "mala politica" e all' anti politica


Compagne e compagni, vittoriesi........

La “mala” politica si serve di uomini come il Presidente Lombardo e Aiello il solito Aiello disposto a tutto pur di resuscitare politicamente anche a vendere l’anima al diavolo, ma anche della scarsa lungimiranza politica di chi temporeggiando rischia un galleggiamento finalizzato solo al mantenimento di posti di potere, le famose poltrone per intenderci.
Aiello viene nominato dal pluriindagato Presidente della Regione Raffaele Lombardo grande sponsor in provincia di Ragusa dell’On. Riccardo Minardo implicato nelle vicende COPAI e Panther Oil, insomma con la scusa del territorio, del movimento “localistico” e “rivendicazionista” tutto è possibile.
Aiello ci riprova, dopo aver inventato e benedetto il famoso “laboratorio politico”, il pateracchio antesignano dell’inciucio regionale, ora scavalca lo stesso Partito Democratico a destra nella logica del “potere a tutti i costi” e di fatto allontanando dalla politica le persone serie e per bene che vorrebbero dare un contributo disinteressato.
La nomina ad assessore di Aiello viene da lontano, perché da deputato regionale e autorevole dirigente politico, conosce bene il Lombardo con cui ha condiviso qualche legislatura all’assemblea regionale e la politica da sempre portata avanti da lui e dai suoi sodali, una politica improntata alla costruzione di una macchina di potere clientelare e pilastro del governo regionale che vede ancora una volta il Presidente della Regione, indagato dalla magistratura per concorso esterno in associazione  mafiosa, rimanere abbarbicato alla poltrona  per salvare la sua persona e garantire il sistema di potere siciliano, Aiello sa che questo sistema la Sicilia l’ha sempre conosciuto anzi lo stesso sistema è stato sempre al governo regionale e per decenni al governo nazionale, insomma, è figlio legittimo di quello che una volta si chiamava “governo parallelo” e ora ha preso il nome di “lombardismo” dopo il “cuffarismo”.
La cricca di Cuffaro è stata sostituita dalla cricca di Lombardo, la logica è sempre la stessa.
Noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questo tipo di politica ambigua e senza prospettiva  a Palermo e a Vittoria.
Sappiamo che questa personalistica scelta di Aiello viene vissuta da tanti suoi sostenitori e compagni con fastidio e diffidenza. Lombardo esiste solo in funzione del potere affaristico e clientelare, è stato sostenitore a Roma di Berlusconi ed alleato con la Lega Nord di Bossi senza rossore né vergogna. C’è un limite a tutto e non tutti sono disposti a vendere l’anima al diavolo come tante volte ha fatto Aiello in maniera più o meno sotterranea nel corso della sua carriera politica. Noi non ci rassegniamo e continuiamo a indignarci e a lottare e perché vogliamo dare un’alternativa seria e credibile ai cittadini liberi che si sono spesso rifugiati nel loro privato e nell’astensionismo che ha portato a fare vincere  i più spregiudicati e quelli che intendono la politica come una disciplina di market dove contano i soldi investiti e non le persone in carne ed ossa.
 Io rimango convinto che la maggioranza dei politici attuali e meno attuali spesso si illudono, e si crogiolano nel pensiero, rassicurante per loro, che la città di Vittoria sia ferma in un eterno presente o che, nientemeno, possa tornare indietro a modalità di governo autoreferenziali che hanno avuto a che fare con una specie di minuscolo “culto della personalità” o meglio con una politica leaderistica e tribunizia, convalidata oggi, e pensare che solo qualche giorno fa al consiglio comunale per l’approvazione del bilancio il consigliere Aiello straparlava, come al solito, rivolto verso di noi di piatti di lenticchie e vestiva i panni grilleschi dell’antipolitica, politica convalidata dicevo dalla carica burla per due mesi di assessore regionale all’agricoltura.
Insomma, penso che tutti questi “politici” siano il frutto avvelenato di una storia politica e umana che non ha portato alla definizione di una classe dirigente in grado di guidare i grandi processi di trasformazione (passati, presenti e futuri) del tessuto sociale, culturale ed economico della nostra comunità.
Noi in questo anno di impegno all’amministrazione comunale, anche se con un rapporto difficile e contrastato abbiamo cercato di andare avanti con tutte le nostre forze per cercare di risolvere questioni annose e complesse, tra mille contraddizioni, purtroppo il nostro partner, il PD, in Consiglio Comunale e nell’ Amministrazione Comunale di fronte alle criticità ( rifiuti, mercato e PRG) che abbiamo evidenziato e le soluzioni che abbiamo ipotizzato, non solo ha preso tempo, troppo tempo, facendo orecchie da mercante, ma addirittura ha pensato e pensa di potersi permettere il lusso (vedi vicenda AMIU) di passare al contrattacco cerando di scaricare su di noi, in particolare su di me, le loro evidenti deficienze.
Di fronte alla crisi eclatante, allo sfascio economico e anche di costume dell’AMIU, noi non siamo stati in silenzio e a più riprese, a partire dall’estate scorsa fino a circa una settimana fa, basta dare una scorsa alla rassegna stampa dello stesso comune, siamo intervenuti con interventi pubblici e in riunioni politico-amministrative  a livello comunale, provinciale e regionale. Siamo intervenuti anche attraverso pressioni inaudite presso l’ATO Ragusa, anche per la presenza di Salvatore Garofalo che seppur a titolo personale è uno dei massimi esponenti di SEL, per costringerla a fare la propria parte e finalmente, dopo l’approvazione del Consiglio Comunale del progetto con relativo capitolato nell’Ottobre scorso, facesse il bando per la raccolta differenziata.
Abbiamo allacciato rapporti con l’ATO cl2 che ci ha permesso di superare una difficoltà legata alla discarica consentendoci di portare i rifiuti nella loro con un risparmio di soldi e tempo non indifferente, affinché ci facesse da partner in un progetto sperimentale voluto dall’ordinanza 151 del commissario straordinario per i rifiuti e ora ribadito dalla recente legge finanziaria regionale che parla di liberi consorzi di comuni.
Personalmente ho fatto prima come consigliere comunale e leader politico assieme a Salvatore Garofalo e poi come Vice Sindaco e Assessore all’Ambiente del comune di Vittoria più volte incontri con i tecnici di Palermo dal direttore del dipartimento Vincenzo Emanuele, all’ing. Micalon responsabile della gestione dei rifiuti in Sicilia; coi politici a partire dal coordinatore regionale del mio partito Erasmo Palazzotto per continuare con l’assessore Giosuè Marino incontrato assieme all’on. Di Giacomo, siamo intervenuti assieme all’on. Speziale per sollecitare un intervento immediato e l’autorizzazione della Regione nelle more dell’approvazione del progetto sperimentale dell’ATO cl2, ho messo in campo amicizie personali e perfino parenti, e oggi posso dire che il risultato di questo lavoro che in maniera indefessa, considerata la delicatezza della questione e la preoccupazione suffragata dalla realtà che andassimo in emergenza per le difficoltà legate all’AMIU, è stata la “conferenza di servizio in merito ai servizi di raccolta differenziata del comune di Vittoria” del 2 Maggio a Ragusa nella sede dell’ATO, che ha deliberato di assumersi finalmente l’onere di bandire la gara per la raccolta differenziata. Infine, io sono aduso ad assumermi ogni responsabilità e non ho alcun problema ad ammettere le difficoltà dovute alla farraginosità delle leggi e della burocrazia, ma mi è sembrato che in alcune occasioni si siano accentuate le situazioni emergenziali, proprio quando l’obbiettivo sembrava più a portata di mano, e se ciò fosse in minima parte vero sarebbe veramente da irresponsabili e, per quanto mi riguarda, non avrebbe avuto senso continuare una battaglia impari dove non c’è una chiara volontà politica e amministrativa  di risolvere alla radice questa vicenda senza perdere un minuto di più, considerato anche il ruolo di governo alla Regione che ha avuto il nostro alleato principale, il PD.

Io posso dire per certo che il Sindaco Nicosia, col quale in tutta sincerità, almeno per quanto mi riguarda, ho ricostruito in questi mesi un ottimo rapporto umano e personale e perfino una intesa politica di prospettiva, ha con me condiviso tutti i passaggi che ho descritto e perciò non ho dubbi sulla sua linea politica, ma non ho potuto non notare resistenze anche legittime legate a preoccupazioni lavorative degli operatori dell’AMIU, ma legate anche al mantenimento di privilegi che non è più possibile permettere, addirittura ultimamente il Presidente Spalla senza remore, senza graduatorie e senza rossore né vergogna ha fatto di quello che giustamente veniva chiamato un ammortizzatore sociale una macchina clientelare personale.  Su questo punto avevamo proposto un regolamento fatto proprio a parole della maggioranza così come sulle borse lavoro che dipendendo dalla giunta abbiamo deliberato, ma all’AMIU carta straccia e parole al vento.

A questo punto SEL, tutti assieme partito e gruppo consiliare, abbiamo deciso che era venuto il tempo  di voltare pagina, di cambiare registro, di ribaltare la nostra mentalità e il nostro modo di pensare, perché questo non poteva essere più il momento dell’accomodamento e della mediazione, e  in maniera decisa abbiamo scelto di tornare ad avere le mani libere per cercare nella politica di  liberare e dare spazio alle energie assopite, ai giovani, alle donne , dando loro coraggio e forza per esporsi e liberamente proporsi come nuova classe dirigente.
Il ruolo mio e di quei dirigenti che come me sono entrati nella maturità politica derivante dall’esperienza, deve oggi intendersi come supporto di questo processo, allargandolo, aiutandolo e facendo progredire un dialettica democratica in grado di avviare una selezione della classe politica futura al rialzo e non al ribasso come è avvenuto per moltissimi anni.
Anche e proprio per questo mi fanno il solletico e quindi mi fanno ridere gli attacchi personali sul mio attaccamento alle poltrone da parte di cosiddetti giovani pseudo comunisti, perché sono fuori dalla realtà storica della nostra città e fuori dalla logica politica della responsabilità istituzionale e del senso del dovere e del bene comune che a me ha insegnato la lunga militanza nel partito comunista italiano.
Per fare questo ci vuole una mission comune, ci vogliono radici e valori forti, ci vogliono grandi ideali e “grandi ambizioni”.
Parafrasando uno dei leader del PD vittoriese il consigliere assessore Caruano che rivolto al Sindaco Nicosia dice che non c’è speranza fuori dal PD,io dico che per noi la speranza è fuori dal PD e non ci faremo trascinare nel suo vortice auto distruttivo.
Questi mesi che abbiamo trascorso al Governo della città devono assolutamente essere utilizzati per rilanciare e veicolare il nostro pensiero della buona politica che io definisco comunitario in opposizione al pensiero individualistico. 
Questo è il futuro, solo così possiamo battere gli egoismi e i parassitismi di ogni tipo e misura e pensare di costruire una città vivibile, aperta al nuovo, rispettosa, tollerante, in grado di valorizzare le differenze sostituendo alla politica della delega la politica della responsabilità.
Una città futura in cui l’ordinaria amministrazione non sia un fatto rivoluzionario.
Noi ci fermiamo qui abbiamo detto e continueremo la nostra battaglia politica dai banchi del Consiglio Comunale, certamente il nostro compito continuerà ad essere quello di riaprire la partita e, perché no, ritrovare nuovo entusiasmo e vigore in un rinnovato centro sinistra in grado di liberarsi dai vecchi schemi del passato.
Il futuro si chiama leadership plurale e condivisa e non cannibalizzazione per mantenere solo piccoli orticelli personali in una ressa continua di caciccati in lotta tra di loro.
Per questo abbiamo rassegnato le dimissioni immediate di tutti noi dai vari posti di governo e sottogoverno. 
Infine lasciatemi fare alcune considerazioni sulla politica in generale e sulle elezioni amministrative recenti, io sono convinto che nonostante a Pozzallo siamo riusciti a vincere con la nostra politica, la politica vincente, fatta con la gente e tra la gente, idee chiare e concrete per affrontare i problemi della città con la coscienza pulita e non con alleanze e trasformismi che non fanno bene alla politica e alle città, di fronte al risultato elettorale siciliano non possiamo fare come gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia, la difficoltà che abbiamo soprattutto nelle grandi città a partire da Palermo è da ascrivere da un lato ad un nostro modesto insediamento territoriale e ad un gruppo dirigente poco individuabile come tale perché, pur con tutti gli sforzi possibili e immaginabili, lontano dagli interessi legittimi di chi a parole diciamo di rappresentare (ceti meno abbienti e settori produttivi) e lontano anche dalle battaglie verso chi vogliamo contrastare cioè il sistema di potere assistenzialistico, clientelare e mafioso oltre che parassitario, dall'altro lato diamo l'impressione proprio per questa debolezza intrinseca di un gruppo dirigente etero diretto non in grado di avere una propria proposta politica autonoma e di andare al traino non tanto di questa o quell'altra forza politica, ma addirittura di questa o quell'altra personalità del panorama politico siciliano del centro sinistra sia che si chiami Rita Borsellino, Anna Finocchiaro o Leoluca Orlando piuttosto che Antonello Cracolici, Peppe Lumia o Saro Crocetta, tutte persone che alla fine della fiera in questi anni hanno premesso i loro interessi di bottega e di sedia all'obiettivo della costruzione di una vera alternativa. Da qui bisogna ripartire cominciando ad interrogarsi su quale può essere il senso della nostra presenza politica organizzata, come SEL e come centro sinistra, del nostro ruolo politico e che possibilità abbiamo di andare avanti e indicare prospettive diverse di un nuovo sviluppo sostenibile nella legalità e nella trasparenza, insomma io, a questo punto ,care compagni e compagne non mi preoccuperei eccessivamente delle ambiguità e della pochezza politica e culturale dei nostri avversari e a volte dei nostri alleati, ma invece, in questa fase e rapidamente punterei la nostra attenzione a noi stessi, ai nostri comportamenti, ai nostri atteggiamenti, all’esempio che riusciamo a dare alle nuove generazioni e nei settori dove ognuno di noi è impegnato nel quotidiano. Non mi preoccuperei della tattica ma della strategia al fine di evitare una possibile riorganizzazione del campo avverso e un possibile sfondamento di un pericoloso trasformismo fagocitante dove siamo stati immersi da troppo tempo, magari per responsabilità piccole o grandi di ognuno di noi che siamo cresciuti in questa terra e oggi dobbiamo fare crescere dentro di noi gli anticorpi, dobbiamo essere più maturi e liberi, perché il nostro compito è contrastare con tutte le nostre forze la deriva e la palude del “si può” e della semplice gestione del quotidiano, dobbiamo assolutamente ridare fiducia e speranza alla nostra gente, a quanti non vogliono abbassare lo sguardo di fronte al potente di turno, e però dobbiamo innanzitutto averla noi la fiducia e la speranza.
Non possiamo permetterci il lusso che prenda il sopravvento una sorta di smarrimento o peggio di rassegnazione anche tra noi, l’unico modo per combattere questi sentimenti sta nell’abbandonare retro pensieri, vecchi rancori, pensando che le scelte di tutti noi sono sempre state fatte e sempre lo saranno in perfetta buona fede, sta nella capacità di indignarsi di fronte alla “fiction” in cui molti vorrebbero relegare la politica. Per prima cosa dobbiamo assolutamente smetterla di parlare di alleanze elettorali o di liste fatte col bilancino, abbiamo il dovere di andare oltre, presentare i nostri programmi e scegliere al più presto i nostri candidati a tutti i livelli comunali, regionali e nazionali. Non c'è tempo da perdere dobbiamo avere un nostro programma e un nostro candidato alla presidenza della Regione così come con Nichi Vendola  lo abbiamo a livello nazionale.
Solo così riusciremo a ridare speranza e voglia di futuro al centro sinistra, al nostro popolo.
Insomma “Riaprire la partita”.
Questo è il nostro compito per costruire l’alternativa. Le grandi potenzialità della Sicilia e di tutto il nostro territorio riguardo al possibile sviluppo economico, sociale e culturale sono impattate e impattano quotidianamente con una classe dirigente vocata al servilismo nei confronti del potere romano e non in grado di assumersi le responsabilità politiche per un cambiamento utile e necessario per le sorti del Paese. Come leggere se non così la formazione prima di un Governo siciliano con dentro il Pd assieme all’Udc e all’Mpa e al Fli che a Roma votavano la fiducia al Governo Berlusconi e ora un governo regionale con dentro l’animale politico nostrano, governo giustamente definito un vero e proprio comitato elettorale in vista delle imminenti elezioni regionali, perché è chiaro che all’ombra della confusione e dell’emergenza, Lombardo continuerà a fare quello che sa fare meglio: nomine, gestire clientele, dare risposte non all’altezza della situazione drammatica in cui versa la Sicilia. Questioni come quella dei rifiuti, della sanità, dell’ambiente, della programmazione del territorio, dell’agricoltura restano ancora irrisolte mentre la scuola è affondata e i giovani continuano ad emigrare, però il tempo per svendere le coste come riporta un articolo sulle pagine nazionali de "la repubblica" di due giorni fa a firma di Giovanni Valentini dal titolo molto esplicativo su cosa è per alcuni la politica con la p minuscola in Sicilia: "In svendita le coste della Sicilia, cemento e appalti per 3 miliardi, ecco l'affare d'oro di Lombardo. Una legge assegna tutto a un gruppo italo - belga." Vorrei sapere chi ha approvato la legge regionale "ad hoc" l'11 maggio 2011 avente all'oggetto un "Piano straordinario per la conservazione, la messa a reddito e la valorizzazione dei beni culturali, dei beni forestali e del patrimonio costiero di proprietà regionale" ???????
Dov’erano i deputati del PD?
Altro che Agricoltura della fascia trasformata, caro Assessore Regionale Aiello, a questo punto assessore al nulla, perché l’unica cosa che potrai fare sarà quella di chiedere al gruppo privato in questione di fare un parco o magari un museo per le serre tanto per non dimenticarcene. Dopo l’autorizzazione del Presidente Lombardo assieme all’ex Ministro La Russa all’installazione del MUOS a Niscemi, questo è l’ennesimo scempio di una politica scellerata, insomma tra militarizzazioni e privatizzazioni si sono mangiati la Sicilia.
Noi di Sel, nel nostro piccolo, non intendiamo pagare il prezzo della scomparsa di un qualsiasi profilo alternativo di opposizione e per questa ragione continueremo testardamente a proporre problemi, contenuti e risposte comuni da trovare. Questo è il senso della sfida e noi siamo pronti a coglierlo con le nostre idee, i nostri programmi e le nostre donne e i nostri uomini. Insomma è sul campo della battaglia politica che abbiamo via via capito che la Sinistra può e deve nascere da un progetto che delinei un modello di società, messo in campo da un pensiero critico, un’idea che analizzi la crisi profonda e tutte le sue cause, si confronti con i problemi del capitalismo globalizzato e la crisi del neo liberismo, faccia un esame delle forze in campo e un inventario delle proposte programmatiche sulla base di una tavola dei valori. Insomma ripartire dai  valori della Sinistra che vedono nel territorio il luogo esclusivo della pratica politica in senso ampio e non il luogo su cui calare le proposte.
Anche a Vittoria come nel resto del Paese bisogna rimettere al centro i temi del lavoro e dello sviluppo economico non più però con una visione retrò. In generale, il “Mezzogiorno d’Italia”, oggi più che mai, ha bisogno di una Sinistra vera e nuova che diventi punto di riferimento, nel territorio, della società perché in grado di dare risposte credibili alla crisi economica, ai giovani, a chi perde il lavoro e sappia contrastare la capacità economica di una mafia che punta a controllare il territorio. Politicamente questo ci pone in una posizione diversa dal Pd, non di collaborazione alla gestione del sistema, ma della sua critica e di proposte alternative. Questo non toglie che in una prospettiva di governo, nell'ambito di un nuovo Centrosinistra, si deve aprire un discorso di alleanze.
E’ giunto il momento di rimettere in moto la nostra macchina e la nostra passione.
Perché non c’è rassegnazione,
perché si riconosce nella nostra storia la capacità di lottare,
di battersi,
di resistere  contro chiunque e di sapersi far rispettare.
Lo diciamo agli amici e agli avversari che nelle poche certezze attuali, di una certezza possono essere sicuri, noi ci saremo.
A Sinistra.
Per la strada.
Come sempre.
Viva SEL
Viva Vittoria.

Commenti

Post popolari in questo blog

Sul Porto di Scoglitti

Un "caso"....

Oltre lo stigma: "Sui sentieri iblei" e "Sui sentieri di Acate..."