Peculiarità e criticità ..
La riflessione che mi ha portato a considerare la quotidianità come tratto distintivo e caratterizzante del mio agire pratico clinico-assistenziale è quella per cui, secondo me, essa innanzitutto compendia la misura del cambiamento ed è incontro, convivenza e al tempo stesso conoscenza. E’ infatti nella dimensione spazio-temporale della vita di tutti i giorni, luogo della riproduzione della normalità e della follia, che incontriamo l’altro, dimensione che ci consente di cogliere l’individuo nella sua interezza, con le sue fantasie e le sue angosce, le sue capacità e le sue insufficienze, la sua diversità e le sue aspettative.
La quotidianità che si deve cercare di favorire, quindi, è il vivere la presenza degli operatori non come presenza rassicurante, ma come dimensione relazionale orientata al cambiamento. Da ciò emerge, come base del nostro intervento, un nuovo parametro: la prospettiva di un trattamento possibile le cui linee guida possiamo proporre con questa sequenza:
1) riconoscimento di invalidità specifica (malattia mentale);
2) riconoscimento della possibilità di trattamento;
3) decentramento degli interventi (comunità terapeutiche assistite, case-famiglia, centri diurni, domicilio, ecc.);
4) riconoscimento della importanza dell'ambiente;
5) possibilità di intervento e di cura dell'ambiente;
6) necessità di valutazione dell'intervento.
Pertanto sin dall'inizio l'utente dovrà sempre essere trattato come un individuo in relazione al suo particolare contesto di esistenza, considerando come punto di riferimento del nostro intervento la qualità della sua vita; allora riteniamo opportuno che ci si concentri più sulle abilità dell'utente che non sulle sue disabilità, per poterne riconoscere le capacità e i desideri, allo scopo di costruire su queste un "progetto" con la consapevolezza che l'impegno verso la persona da curare deve durare per tanto tempo per quanto è necessario, che può essere tutta la vita; "sfidare l'utente può essere più utile per lui che non offrirgli un'assistenza tenera e amorevole“, e perciò bisogna saper giudicare quando confronti reali sono di maggior aiuto che non la compassione o i farmaci esclusivamente.
Tutto questo però deve fare i conti con la dura realtà che il mondo dei servizi alla salute mentale sta attraversando. Basta dare uno sguardo all'analisi della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica pubblicata sull'inserto settimanale del 28 Febbraio dedicato alla sanità del "Sole 24 ore": http://siep.it/siep-dsm-sotto-organico-e-assistenza-diseguale/ per avere contezza delle difficoltà attuali e future coi quali ci troviamo a fare i conti quotidianamente.
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