12 anni fa "........i risultati fanno vedere chiaramente un indietreggiamento di una classe sociale che è stata negli anni protagonista della storia di Vittoria i “braccianti” che sono diventati “piccoli e medi imprenditori agricoli” a vantaggio di ceti parassitari e ambigui che sono usciti allo scoperto, hanno investito economicamente facendo scorrere fiumi di danaro....."

Al sig. Direttore de “La Città” Caro Dott. Liuzzo, ho, come sempre da qualche mese a questa parte, avuto modo di leggere il suo giornale e in particolare, nell’ultimo numero, gli articoli e i commenti riguardo alla vicenda elettorale delle amministrative del Comune di Vittoria con interesse e curiosità intellettuale, poiché rimango convinto che la presenza di un giornale come il vostro per la provincia di Ragusa è importante e necessaria, pertanto ribadisco il mio compiacimento per il modo sobrio e puntuale dei vari interventi, nella fattispecie: del sig. Giovanni Cappello, del sig. La Lota Giuseppe e del sig. On. Paolo Monello, a suo tempo Sindaco comunista di Vittoria. Considerato che nel contenuto dei suddetti articoli si esprimono idee, ipotesi e ricostruzioni dei fatti che seppur rispettabili e per molti versi anche condivisibili non corrispondono, del tutto, alla realtà delle cose, vorrei, nel caso me ne fosse data l’opportunità, illustrare la mia “verità” su quanto avvenuto in questi mesi a partire da Novembre 2005 fino a Giugno 2006, dando uno sguardo veloce anche alle elezioni amministrative del 2002, quando si affacciò per la prima volta l’ipotesi di una candidatura di Nicosia al posto di Aiello e il sottoscritto assieme ad altri, invece, sostenne la candidatura di Monello, tanto da costringere Aiello a ricandidarsi. Allora, sostenni anche l’opportunità che Monello, Caruano, ecc., si candidassero assieme a me, a Lombardo, Curciullo, ecc., al Consiglio Comunale per dare ognuno il proprio contributo “a battere la destra” e soprattutto per costruire dall’interno una alternativa dei DS al candidato della Margherita voluto da Aiello, ma quest’ipotesi non fu presa in considerazione, meglio stare fuori a criticare che assumersi le proprie responsabilità. Da allora il sottoscritto candidato ed eletto al Consiglio Comunale ha svolto il proprio compito cercando di correggere gli eventuali errori della giunta Aiello-Nicosia e soprattutto assicurando con la propria presenza e la propria azione politica la stessa possibilità di sopravvivenza della giunta di Centro-Sinistra, difendendola dagli attacchi scriteriati del Centro-Destra, a proposito, vorrei ricordare al sig. Cappello che per me uomo di parte e rappresentante di interessi popolari e popolani è naturale lavorare per “battere la destra”. Ma veniamo ai fatti più recenti, nell’estate 2005 scoppia il “tormentone” del Sindaco che dovrà prendere il posto di Aiello che nel frattempo si è autoconvinto di fare il deputato nazionale, convinzione che lo porterà alle dimissioni dalla carica di Sindaco anticipatamente anche rispetto ai tempi dell’eventuale incompatibilità con la eventuale candidatura alla Camera dei Deputati, e già allora si parla di tre possibilità: Nicosia, Fiorellini e Cilia. Dopo le dimissioni di Aiello avvenute in autunno si comincia a discutere in città di queste possibili soluzioni e all’interno dei DS questa discussione è stagnante, è in questa fase che il sottoscritto scrive una lettera al segretario dei DS per ritirare la propria candidatura poiché non unitaria, mentre subito dopo, Nicosia formalizza la sua candidatura a nome della Margherita con una conferenza stampa in un nuovo locale del centro storico che vede la partecipazione tra gli altri di Aiello. A questo punto comincia un pressing inaudito nei miei confronti da parte di Aiello e di tutta la maggioranza del partito per rimettermi in gioco, anche perché, da un lato si sostiene che si tratta solo di una candidatura da portare al confronto con gli altri partiti del Centro-Sinistra e dall’altro che si tratta della candidatura più forte sulla quale possano contare i DS. Allora dopo un faticoso e lacerante dibattito interno la mia candidatura prende corpo all’interno dei DS e viene presentata all’esterno con un comizio in piazza molto partecipato, forse troppo. Nel frattempo i partiti minori della coalizione formalizzano la candidatura di Cavallo e quindi si va al confronto per stabilire il metodo per la scelta del candidato migliore per “battere la destra”, e qui comincia la pantomima. A livello nazionale si è imposto il metodo delle “Primarie”, a livello regionale pure, ma a livello locale Nicosia non vuole sentirne parlare e ha un atteggiamento dilatorio e oscillante. Nel contempo Aiello non viene candidato dai DS alla Camera, mentre la Margherita, con fare corsaro, candida Nicosia alla Camera dei Deputati, seppur in posizione non utile; tale situazione costringe di fatto al “paradosso” i DS che si vedono costretti a fare la campagna elettorale a Nicosia poiché sono coinvolti nella lista dell’Ulivo. Già qui scoppiano le prime contraddizioni solo per fare qualche esempio: 1) Monello organizza una serie di incontri con i pensionati della CGIL nei centri anziani con Nicosia che si presenta nella doppia veste di candidato alla Camera per l’Ulivo e di candidato a Sindaco della Margherita e col sottoscritto che nel frattempo è stato candidato a Sindaco tramite le Primarie che hanno avuto la straordinaria partecipazione di circa 3.500 persone dal resto della coalizione, chiedo lumi al Segretario provinciale della CGIL il quale non sa niente di tutto ciò e, anzi non ritiene che la CGIL possa essere coinvolta e, di lì a poco, mi comunica l’annullamento delle suddette iniziative; 2) Cirignotta (CIA) organizza allo stesso modo un incontro come sopra e alla mia richiesta di chiarimento mi fa vedere un fax che richiede l’incontro mandato dalla sede dei DS a firma di Nadia Fiorellini iscritta ai DS (fedelissima di Aiello) e di Fabio Nicosia ( team-leader della campagna elettorale del fratello, come lui stesso si è definito). Insomma cominciano i balletti, ma io vado avanti e tra una campagna elettorale e l’altra mi impegno a dare tutto me stesso sostenuto dalla maggioranza dei DS, dal resto della coalizione e dai miei sostenitori che si sono riuniti in un comitato che diventerà una lista civica. A proposito di liste dimenticavo la aielliana lista “spiga” presentata in pompa magna con tanto di simbolo e di conferenza stampa e comizio e abortita dopo qualche giorno non si sa per quale mistero, e che dire del nome della lista del comitato che in un primo tempo porta il nome di “Enzo Cilia” e che dopo infinite discussioni con i DS e con Aiello è costretta a cambiare in “Progettiamo una città nuova”, poiché si sostiene che il nome possa indurre a errori, in questo passaggio devo riconoscere autocriticamente di aver commesso un errore, anche se, credo, che sia sempre lo stesso errore e cioè quello di avere pensato prioritariamente alla coesione dei DS e della coalizione e creduto alla buona fede di tutti gli attori e soprattutto di aver dato spazio alla “tradizione” della sinistra, alla coerenza, alla serietà dei comportamenti, ma potevo fare diversamente? Non lo so, questo sono io. Ma andiamo alla campagna elettorale pre ballottaggio, io credo che i risultati fanno vedere chiaramente un indietreggiamento di una classe sociale che è stata negli anni protagonista della storia di Vittoria i “braccianti” che sono diventati “piccoli e medi imprenditori agricoli” a vantaggio di ceti parassitari e ambigui che sono usciti allo scoperto, hanno investito economicamente facendo scorrere fiumi di danaro e alcuni si sono presentati in varie liste di sostegno a Nicosia e ad altri. Inoltre si è evidenziato un cambiamento profondo nella cultura della Città di Vittoria che in questo momento storico in larga misura ha sposato da un lato un pensiero concreto che fa intravedere nella possibilità di una ricompensa immediata il suo modo di essere nella comunità e dall’altro un pensiero magico che fa credere alle promesse più strampalate pur di sopravvivere. Io e chi mi ha sostenuto ha cercato di indicare una strada sicuramente più difficile perché fatta di realtà e di crisi ( dal greco crescita), di impegno diretto della cittadinanza e non di delega. Non ce l’abbiamo fatta a spiegare fino in fondo le nostre ragioni e per qualche centinaio di voti ho perso, ne prendo atto, ma per chi come me crede fermamente nel potere come servizio e non come fine, tutto ciò non può essere che una tappa del percorso che ho intrapreso in tempi non sospetti da “ragazzo” per combattere contro le ingiustizie e per fare in modo che in questa società ognuno abbia le stesse opportunità al di là del censo. Tuttavia, dopo aver preso atto del risultato elettorale ho dichiarato pubblicamente che l’importante era “battere la destra” e da qui mi sarei aspettato una richiesta di incontro da Nicosia, ciò avviene a distanza di qualche giorno e dopo un passaggio col segretario dei DS e un incontro tra una delegazione dei DS e una della Margherita dove Nicosia chiede essenzialmente “fiducia” e “mani libere” cose ripetute al sottoscritto che nel pomeriggio dello stesso giorno lo ha ricevuto, su sua richiesta, a casa propria alla presenza di Luigi Marchi, Salvatore Di Falco e Salvatore Garofalo. Dimenticavo di segnalare un incontro con Damato avvenuto nello studio professionale di Avola, l’attuale vice-Sindaco, e Di Rosa, cognato di Damato, con la loro presenza, prima che Nicosia si facesse vivo, a questo incontro Damato mi ha rappresentato l’ipotesi di un suo accordo con Nicosia e se io avessi voluto partecipare a questo accordo con la condizione di tenere fuori una parte dei DS, nel caso contrario si sarebbe alleato con La Grua, io ho risposto, nell’unico modo possibile, No Grazie. Lo stesso discorso me lo hanno fatto in un secondo tempo per convincermi a salire sul palco con Nicosia, Gino Puccia e Mario Di Benedetto, è ovvio che hanno ottenuto la stessa risposta, No Grazie. I DS nella serata dello stesso giorno riuniscono l’Unione Comunale e lì si decide per un apparentamento tecnico solo per consolidare il Consiglio Comunale e non politico visto che Nicosia non vuole un rapporto organico coi DS e col resto della coalizione di Centro-Sinistra. Il giorno successivo, tra l’altro l’ultimo utile per Nicosia al fine di consegnare alla segreteria del comune l’apparentamento e la squadra degli assessori al completo, mi telefona Cicciarella comunicandomi che Nicosia vuole incontrarci alle 10 nella sede dei DS, io chiedo che all’incontro partecipino gli altri partiti della coalizione cosa che viene accettata. Nell’incontro io chiedo a Nicosia come intende amministrare la Città e quale collocazione ha la sua giunta visto che si parla di un’intesa con Damato dell’MPA, Nicosia conferma la possibile intesa con Damato al quale intende affidare due assessorati e la carica di vice-Sindaco e invece ai DS e alla coalizione di centro-sinistra continua a chiedere “fiducia” e “mani libere”. Io rispondo che non è possibile firmare cambiali in bianco e soprattutto di non condividere lo spostamento dell’asse politico della città a centro, senza avere un programma e un punto di vista politico comune, pertanto si concorda esclusivamente sull’accordo tecnico. A questo punto interviene Aiello che mette in gioco anche la Presidenza del Consiglio Comunale rivendicando per i DS e la coalizione di Cilia la carica di vice-Sindaco e due assessorati, la risposta di Nicosia è interlocutoria in quanto di lì a poco lo stesso dichiara che avrebbe avuto un incontro con Damato dove avrebbe deciso il da farsi, ma sostanzialmente è No. Per me e il resto della coalizione il discorso è chiuso e invece Cicciarella arbitrariamente e senza alcun mandato consegna a Nicosia una lista di nomi dalla quale Nicosia prenderà Avola e Damico. Il resto è storia recente, io ho votato Nicosia, ma non ho partecipato alla campagna elettorale nell’ultima settimana per una ragione semplice, il rispetto di me stesso e di quelli che mi hanno sostenuto e votato. Per il futuro ritengo indispensabile lavorare con tutte le mie forze al fine di garantire alla mia città e al Paese intero una forza di sinistra legata alla famiglia socialista e socialdemocratica e non già una forza indistinta che rischia di avere come unico traguardo il potere e la sua conservazione, insomma il Partito Democratico lo lascio volentieri a chi a distanza di vent’anni parla di rinnovamento e discontinuità rispetto a chi? A se stessi? o a chi si è distinto per ipocrisia e trasformismo. La mia strada è quella di una sinistra che punta all’unità del centro-sinistra non svendendo la propria storia e salvaguardando la propria identità. Ritengo ci sia tanto spazio e tanto lavoro da fare in questa direzione. Vittoria, lì 13/07/06 Cordiali Saluti Enzo Cilia

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