Mutatis mutandis

“Passato e presente” ….. e al Futuro chi ci pensa? La scarsa lungimiranza politica che contraddistingue le posizioni attuali di chi è stato per tanti anni protagonista, nel bene e nel male, della vicenda politica vittoriese che, addirittura, oggi fa appelli alle “liste civiche sia di destra che di sinistra, perche solo loro rappresentano il territorio”, (naturalmente sottintendo che alla loro testa ci sia sempre lui il sempiterno condottiero) o di chi tornato all’ovile del suo mentore attacca la “Sinistra” tacciandola di essere “obsoleta” con ciò ritenendo di occupare lo spazio riformista lasciato dal PD che con Nicosia e soci è in tutt’altre faccende affaccendato è veramente disarmante. Io ritengo che questi amici si illudono, essi si crogiolano nel pensiero, rassicurante per loro, che la città di Vittoria sia ferma in un eterno presente o che, nientemeno, possa tornare indietro a modalità di governo autoreferenziali che hanno avuto a che fare con una specie di minuscolo “culto della personalità” o meglio con una politica leaderistica e tribunizia che ha avuto per anni un contorno di persone servizievoli e accomodanti, i quali dopo aver subito infinite frustrazioni si sono, a modo loro, affrancate (questo aspetto, a mio avviso, riguarda tutti i cultori dell’uomo forte sia di centro destra che di centro sinistra), anche se, appunto, hanno conosciuto solo quella modalità di pensiero e perciò hanno ritenuto e ritengono che l’affrancamento debba essere associato ad una sorta di restituzione con gli interessi delle frustrazioni subite ai sodali di turno che un giorno si rifaranno su di loro in una specie di giostra dal moto perpetuo. Insomma, penso che tutti questi personaggi siano il frutto avvelenato di una storia politica e umana che non ha portato (anche per i limiti di chi scrive che è stato spesso piegato sul piano della spregiudicatezza e del tempo, ho sempre preferito investirlo non in maniera totalizzante, con una scala di priorità che ha sempre messo al primo posto i propri affetti familiari e il proprio lavoro, pensando la politica non come professione o affare , ma esclusivamente come passione civile e contributo alla propria comunità liberamente dato, “troppo bravo ragazzo” quante volte me lo sono sentito dire), alla definizione di una classe dirigente in grado di guidare i grandi processi di trasformazione (passati, presenti e futuri) del tessuto sociale, culturale ed economico della nostra comunità. Cari vittoriesi, è venuto il tempo di voltare pagina, bisogna cambiare registro, ribaltare la nostra mentalità e il nostro modo di pensare, questo non è il momento dell’accomodamento e della mediazione, occorre in maniera decisa liberare e dare spazio alle energie assopite, ai giovani, alle donne , occorre dare loro coraggio e forza per esporsi e liberamente proporsi come nuova classe dirigente. Il ruolo mio e di quei dirigenti che come me sono entrati nella maturità politica derivante dall’esperienza, deve oggi intendersi come supporto di questo processo, allargandolo, aiutandolo e facendo progredire un dialettica democratica in grado di avviare una selezione della classe politica futura al rialzo e non al ribasso come è avvenuto per moltissimi anni. Per fare questo ci vuole una mission comune, ci vogliono radici e valori forti, ci vogliono grandi ideali e “grandi ambizioni”. Questi mesi che ci separano dalle elezioni del 29-30 Maggio devono assolutamente essere utilizzati per veicolare questo pensiero che io definisco comunitario in opposizione al pensiero individualistico. Questo è il futuro, solo così possiamo battere gli egoismi e i parassitismi di ogni tipo e misura e cominciare a pensare di costruire una città vivibile, aperta al nuovo, rispettosa, tollerante, in grado di valorizzare le differenze sostituendo alla politica della delega la politica della responsabilità. Una città futura in cui l’ordinaria amministrazione non sia un fatto rivoluzionario. 25-03-11 Enzo Cilia

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