PUNTO E A CAPO

Si può immaginare un’Italia senza la sinistra?All’inizio, nel 2007, siamo partiti da questa domanda proponendo all’interno dei DS un rinnovamento profondo del Partito del Socialismo Europeo e dell’Internazionale socialista. Proponendo una tavola di valori e una piattaforma programmatica più avanzate: nelle politiche economiche, sociali e ambientali; nell’impegno per la libertà e i diritti di tutte e di tutti; nel rinnovamento etico e democratico della politica; nella lotta per la pace e la giustizia del mondo; nella capacità di rappresentare il lavoro. Proponendo di superare le divisioni a sinistra che rappresentavano uno dei fattori della crisi italiana. Volevamo contribuire al consolidamento e all’allargamento dell’Unione di centro-sinistra, per aprire la strada ai profondi e necessari cambiamenti nella società, nell’economia, nella cultura e nell’etica. Volevamo dare impulso alla partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica. Indicando l’obiettivo di una più grande e unitaria forza della sinistra. Il luogo degli ideali e dell’impegno e della passione civile e politica. Lo strumento della trasformazione economica e sociale, per noi e per le generazioni del futuro. Una forza del genere rimaniamo convinti serve al mondo. Per realizzare la pace, il disarmo, cambiare i caratteri dello sviluppo globale e indicare l’orizzonte di un nuovo umanesimo, fondato su giustizia e libertà. Serve all’Europa per realizzare il progetto di un’Europa unita, democratica e sociale, legittimata dal consenso dei cittadini e protagonista di un mondo multipolare, retto dalla cooperazione e non dalla guerra. Per tutto ciò, allora, non abbiamo aderito al nascente PARTITO DEMOCRATICO nato come fusione tra Ds e Margherita senza avere un posto nel mondo, in un mondo sempre più dominato da relazioni ed eventi sovranazionali. Cioè un PD con un’idea incerta, una tavola dei valori confusa, una collocazione in Europa fuori dal socialismo al contrario di molti di noi che hanno sempre pensato alla costruzione di un partito di sinistra di ispirazione socialista capace di rinnovare i suoi rapporti con la società italiana conquistando i giovani, rappresentando il lavoro, la cultura, l’ecologia, la scienza, l’impresa responsabile, aprendo la porta al protagonismo femminile. Riuscendo a stare in un rapporto fecondo con le associazioni e i movimenti che operano nel Paese, valorizzando sempre più le forme politiche anche non partitiche. Un partito protagonista già nella battaglia delle idee, che traduca i sogni delle persone in speranza e in azione. Questi erano i nostri punti cardine e in questi anni abbiamo lavorato sodo per questa prospettiva buttandoci a capofitto senza risparmio di energie in questa impresa. Al congresso di Firenze del 2007 che di fatto a maggioranza scioglieva i DS assieme a Mussi si decise di non entrare nel PD e di trasformare la sinistra DS in un movimento “Sinistra Democratica per il socialismo europeo” che facesse da collante di tutte le forze della sinistra italiana per fare vincere UNA NUOVA POLITICA PER IL FUTURO DELL’UMANITÀ, UN MONDO PIÙ GIUSTO, UN PIANETA IN EQUILIBRIO, UN FUTURO DI PACE, UN’EUROPA DEMOCRATICA E SOCIALE, UNA NUOVA QUALITÀ DELLO SVILUPPO e ancora LA CENTRALITÀ DEL LAVORO: PER UNA PIENA, STABILE, BUONA OCCUPAZIONE, UNO STATO LAICO, I DIRITTI CIVILI, LA LIBERTÀ,LA DEMOCRAZIA E LA RIFORMA DELLA POLITICA. Ci siamo spesi generosamente in questa avventura politica contribuendo in modo determinante alla formazione della “Sinistra Arcobaleno” a livello nazionale e alla “Sinistra Arcobaleno con Rita Borsellino” al livello regionale, rimanendo però schiacciati dai recinti identitari e dai bilancini per spartirsi posti (per la verità sempre meno e di mera testimonianza) e dalle declamazioni protestarie. Abbiamo anche perciò cercato di andare oltre, poi, con la costruzione di Sinistra Ecologia e Liberta come soggetto politico unitario ben ancorato nell’alveo del socialismo europeo buttandoci completamente alle spalle le precedenti appartenenze. Pur tuttavia nonostante avessimo, per lo meno pensavamo di avere, chiari gli obiettivi di fondo del nostro percorso, abbiamo continuato a sbattere per fare capire che l’unità della sinistra era un “valore” fino alle disastrose elezioni amministrative e regionali siciliane nel 2012 e poi cambiando rotta col progetto ”Italia Bene Comune” alle nazionali del 2013. Abbiamo fatto il congresso di SEL che finalmente doveva ratificare la già richiesta adesione al PSE, cosa talmente data per scontata che non se ne faceva cenno nel documento e negli emendamenti votati nei livelli provinciali, e avviene il colpo di scena i delegati votano a maggioranza il sostegno a Tzipras e ad una lista civica promossa da alcuni intellettuali assieme ad altri “soggetti” della sinistra. Nel contempo il PD fa gli onori di casa al congresso del PSE di fine Febbraio a Roma, appoggia Shultz e così via. Mi è stato spiegato che noi non potevamo sostenere il PSE, perché come il PD in Italia sostiene in tanti paesi europei “le grandi coalizioni”, che tanto danno hanno fatto ai popoli specialmente del sud Europa con il fiscal compact, gli aiuti alle banche ecc. ecc. e quindi non ci rimaneva che stare in questa “terra di mezzo” dicendo di appoggiare Tzipras, ma non bisticciando con Shultz. Penso sia chiaro che io sono convinto, lo disse Ingrao una volta, “ che si sta nel gorgo” per cercare di ottenere cambiamenti possibili a favore dei lavoratori e dei ceti più deboli, e per me oggi “il gorgo” è il PSE con tutte le sue contraddizioni e in Italia il PD. Per questo devo dire alle compagne e ai compagni, dirigenti e non, di SEL che continuano legittimamente a pensare di “sopravvivere” con la tranquillità di avere una casa, per quanto piccola, rassicurante, che questo non è il mio obiettivo. La strada imboccata da SEL mi è sembrata da subito un vicolo cieco, anche perché la scena del “potere” è occupata dalle forze politiche tradizionali, PD in testa, e quella della “protesta” dal populismo grillino. E il risultato elettorale conferma lo stato d'animo che avevo qualche mese fa e nello stesso tempo è la vittoria della speranza sulla rabbia e sul fanatismo. Di una cosa sono certo, comunque, chi fa politica per passione la continuerà a fare sempre, perché è il potere fine a se stesso che stritola sia che si vince sia che si perde, mentre l'interesse per l'uomo e la sua organizzazione sociale, sempre da migliorare, rimane al di là di ogni disincanto, perciò continuerò a guardare avanti serenamente, mi sento la coscienza a posto, e spero che dopo il diluvio spunti il sole. La mia speranza è che si riapra un confronto a sinistra per dare risposte concrete a quanti chiedono una svolta. Siamo sempre stati abituati a discutere solo dopo grandi sconfitte questa volta lo possiamo fare dopo una grande vittoria, per fortuna. Naturalmente bisogna essere conseguenti ed è venuto il momento di prendere le decisioni opportune oggi dopo aver aspettato con santa pazienza la fine della competizione elettorale: 1)Non mi sono iscritto a SEL nel 2014 e, a questo punto, confermo pubblicamente che non rinnoverò la tessera; 2)Lascio il gruppo consiliare di Sinistra Unità con Vendola, continuerò a svolgere il mio mandato all’interno del campo largo del centro sinistra con scienza e coscienza, mettendo a disposizione la mia esperienza istituzionale e la mia cultura di governo al servizio della mia Città come sempre contro il disfattismo, contro la rabbia senza senso, contro ogni fanatismo e contro alleanze innaturali e ritorni al passato. Ringrazio di cuore le compagne e i compagni che mi sono stati vicini in questi anni difficili e convulsi, sono sicuro che con molti di essi ritorneremo ad intrecciare il filo rosso che unisce le persone sane e di buoni principi. Vittoria, 28-05-2014 Enzo Cilia

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