Liberi di muoversi, liberi di stare fermi. Liberi di essere.

"Quando non ho denaro per viaggiare, non ho nessun bisogno, cioè nessun bisogno reale e realizzantesi di viaggiare" - sosteneva Marx nei suoi manoscritti - "Se ho una certa vocazione per lo studio, ma non ho denaro per realizzarla, non ho nessuna vocazione per lo studio, cioè nessuna vocazione efficace, nessuna vocazione vera. Al contrario, se io non ho realmente nessuna vocazione per lo studio, ma ho la volontà e il denaro, ho una vocazione efficace. Il denaro, in quanto è il mezzo e il potere esteriore, cioè nascente non dall'uomo come uomo, né dalla società umana come società, in quanto è il mezzo universale e il potere universale di ridurre la rappresentazione a realtà e la realtà a semplice rappresentazione: trasforma tanto le forze essenziali reali, sia umane che naturali in rappresentazioni meramente astratte e quindi in imperfezioni, in penose fantasie". Questo spiegherebbe perché colui che non ha denaro, occasioni, possibilità sia un uomo allenato da se stesso: "Se presupponi l'uomo come uomo e il suo rapporto col mondo come un rapporto umano, (egli) potrà scambiare amore soltanto con amore, fiducia solo con fiducia ecc. Se vuoi godere dell'arte, devi essere un uomo artisticamente educato; se vuoi esercitare qualche influsso sugli altri uomini devi essere un uomo che agisce sugli altri uomini stimolandoli e sollecitandoli realmente. Ognuno dei tuoi rapporti con l'uomo, e con la natura, dev'essere una manifestazione determinata e corrispondente all'oggetto della tua volontà, della tua vita individuale nella sua realtà. Se tu ami senza suscitare una amorosa corrispondenza, cioè se il tuo amore come amore non produce una corrispondenza d'amore, se nella tua manifestazione vitale di uomo amante non fai di te stesso un uomo amato, il tuo amore è impotente, è un'infelicità". Ecco allora che è legittimo pensare che l'obiettivo da raggiungere è qualcosa che va oltre una semplice redistribuzione della proprietà. Insomma una sorta di nuovo umanesimo. Il punto di partenza e di arrivo è l'uomo. Eppure lo stesso Marx era spaventato dall'idea per cui anche il nuovo potere nato da una rivoluzione avrebbe mantenuto una tendenza a ragionare in termini di oggetti invece che di persone. Spingendo a misurare l'uomo sulla base di ciò che produce e di ciò che ha invece che di ciò che lui riesce ad essere, per cui la proprietà privata avrebbe continuato ad alienarlo da se stesso. Devo dire che la realtà ha dimostrato quanto "il nuovo mondo" non abbia saputo uscire da questa contraddizione stringente che, invece, sembra legare indissolubilmente l'uomo stesso agli oggetti e alla loro produzione e dove ha tentato di farlo non ha avuto le risorse per tenere in piedi gli stessi edifici confiscati al "vecchio mondo". Purtuttavia non credo ci sia alternativa ad una società che nella sua organizzazione riesca a mettere tutti gli uomini sullo stesso piano dando loro le stesse opportunità, non limitando le loro possibilità individuali, di modo che ognuno sia libero di raggiungere gli obiettivi consoni alla propria esistenza su questo mondo.

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