“Passato e presente” ….. e al Futuro chi ci pensa?
La “mala” politica si
serve di uomini come Lombardo e Aiello, il solito Aiello disposto a tutto per
resuscitare politicamente anche a vendere l’anima al diavolo, ma anche della scarsa lungimiranza politica di chi
temporeggiando rischia un galleggiamento finalizzato solo al mantenimento di
posti di potere, le famose poltrone per intenderci.
Io rimango convinto che la maggioranza dei
politici nostrani attuali e meno attuali spesso si illudono, e si crogiolano nel pensiero,
rassicurante per loro, che la città di Vittoria
sia ferma in un eterno presente o che, nientemeno, possa tornare indietro a
modalità di governo autoreferenziali che hanno avuto a che fare con una specie
di minuscolo “culto della personalità” o meglio con una politica leaderistica e
tribunizia, convalidata oggi, e pensare che solo qualche giorno fa al consiglio
comunale per l’approvazione del bilancio il consigliere Aiello stra parlava come al solito di piatti
di lenticchie e vestiva i panni grilleschi dell’anti politica, convalidata
dicevo dalla carica burla per due mesi di assessore regionale all’agricoltura per lo stesso Aiello,
dobbiamo dire ad onor del vero che tale pratica tribunizia ha avuto per anni un
contorno di persone servizievoli e accomodanti, i quali dopo aver subito
infinite frustrazioni si sono, a modo loro, affrancate (questo aspetto, a mio
avviso, riguarda tutti i cultori dell’uomo forte sia di centro destra che di
centro sinistra), anche se, appunto, hanno conosciuto solo quella modalità di
pensiero e perciò hanno ritenuto e ritengono che l’affrancamento debba essere
associato ad una sorta di restituzione con gli interessi delle frustrazioni
subite ai sodali di turno che un giorno si rifaranno su di loro in una specie
di giostra dal moto perpetuo.
Insomma, penso che
tutti questi “politici” siano il frutto
avvelenato di una storia politica e umana che non ha portato (anche per i
limiti di chi scrive che è stato spesso piegato sul piano della spregiudicatezza e del tempo, io ho sempre preferito investirlo
non in maniera totalizzante, con una scala di priorità che ha sempre messo al
primo posto i propri affetti familiari e il proprio lavoro, pensando la politica non come professione o
affare , ma esclusivamente come passione civile e contributo alla propria
comunità liberamente dato, “troppo
bravo ragazzo” quante volte me lo sono sentito dire), alla definizione di una classe dirigente in grado di guidare i grandi
processi di trasformazione (passati, presenti e futuri) del tessuto sociale,
culturale ed economico della nostra comunità. Noi in questo anno di impegno di governo all’amministrazione
comunale, anche se con un rapporto difficile e contrastato abbiamo cercato di
andare avanti con tutte le nostre forze per cercare di risolvere questioni
annose e complesse, tra mille contraddizioni, purtroppo il nostro partner, il
PD, in consiglio comunale e nell’ amministrazione Comunale di fronte alle
criticità che abbiamo evidenziato e le soluzioni che abbiamo ipotizzato, non
solo ha preso tempo, troppo tempo, facendo orecchie da mercante, ma addirittura
ha pensato e pensa di potersi permettere il lusso (vedi vicenda AMIU) di
passare al contrattacco cercando di scaricare su di noi, in particolare su di
me, le loro evidenti deficienze.
A questo punto è venuto il tempo di voltare pagina, bisogna cambiare registro, ribaltare la nostra mentalità e il nostro modo di pensare, questo non è il momento dell’accomodamento e della mediazione, occorre in maniera decisa liberare e dare spazio alle energie assopite, ai giovani, alle donne , occorre dare loro coraggio e forza per esporsi e liberamente proporsi come nuova classe dirigente. Il ruolo mio e di quei dirigenti che come me sono entrati nella maturità politica derivante dall’esperienza, deve oggi intendersi come supporto di questo processo, allargandolo, aiutandolo e facendo progredire una dialettica democratica in grado di avviare una selezione della classe politica futura al rialzo e non al ribasso come è avvenuto per moltissimi anni. Per fare questo ci vuole una mission comune, ci vogliono radici e valori forti, ci vogliono grandi ideali e “grandi ambizioni”.
Parafrasando uno dei leader del pd vittoriese, per noi la speranza è fuori dal PD, non ci faremo trascinare nel suo vortice auto distruttivo. Questi mesi che abbiamo trascorso al Governo della città devono assolutamente essere utilizzati per rilanciare e veicolare il nostro pensiero della buona politica che io definisco comunitario in opposizione al pensiero individualistico. Questo è il futuro, solo così possiamo battere gli egoismi e i parassitismi di ogni tipo e misura e pensare di costruire una città vivibile, aperta al nuovo, rispettosa, tollerante, in grado di valorizzare le differenze sostituendo alla politica della delega la politica della responsabilità. Una città futura in cui l’ordinaria amministrazione non sia un fatto rivoluzionario. Noi ci fermiamo qui e continueremo la nostra battaglia politica dai banchi del Consiglio Comunale, certamente il nostro compito continuerà ad essere quello di riaprire la partita e, perché no, ritrovare nuovo entusiasmo e vigore in un rinnovato centro sinistra in grado di liberarsi dai vecchi schemi del passato. Il futuro si chiama leadership plurale e condivisa e non cannibalizzazione per mantenere solo piccoli orticelli personali in una ressa continua di caciccati in lotta tra di loro. Se non sono stato chiaro questo vuol dire : dimissioni immediate di tutti noi dai vari posti di governo e sottogoverno.
A questo punto è venuto il tempo di voltare pagina, bisogna cambiare registro, ribaltare la nostra mentalità e il nostro modo di pensare, questo non è il momento dell’accomodamento e della mediazione, occorre in maniera decisa liberare e dare spazio alle energie assopite, ai giovani, alle donne , occorre dare loro coraggio e forza per esporsi e liberamente proporsi come nuova classe dirigente. Il ruolo mio e di quei dirigenti che come me sono entrati nella maturità politica derivante dall’esperienza, deve oggi intendersi come supporto di questo processo, allargandolo, aiutandolo e facendo progredire una dialettica democratica in grado di avviare una selezione della classe politica futura al rialzo e non al ribasso come è avvenuto per moltissimi anni. Per fare questo ci vuole una mission comune, ci vogliono radici e valori forti, ci vogliono grandi ideali e “grandi ambizioni”.
Parafrasando uno dei leader del pd vittoriese, per noi la speranza è fuori dal PD, non ci faremo trascinare nel suo vortice auto distruttivo. Questi mesi che abbiamo trascorso al Governo della città devono assolutamente essere utilizzati per rilanciare e veicolare il nostro pensiero della buona politica che io definisco comunitario in opposizione al pensiero individualistico. Questo è il futuro, solo così possiamo battere gli egoismi e i parassitismi di ogni tipo e misura e pensare di costruire una città vivibile, aperta al nuovo, rispettosa, tollerante, in grado di valorizzare le differenze sostituendo alla politica della delega la politica della responsabilità. Una città futura in cui l’ordinaria amministrazione non sia un fatto rivoluzionario. Noi ci fermiamo qui e continueremo la nostra battaglia politica dai banchi del Consiglio Comunale, certamente il nostro compito continuerà ad essere quello di riaprire la partita e, perché no, ritrovare nuovo entusiasmo e vigore in un rinnovato centro sinistra in grado di liberarsi dai vecchi schemi del passato. Il futuro si chiama leadership plurale e condivisa e non cannibalizzazione per mantenere solo piccoli orticelli personali in una ressa continua di caciccati in lotta tra di loro. Se non sono stato chiaro questo vuol dire : dimissioni immediate di tutti noi dai vari posti di governo e sottogoverno.
Enzo
Cilia
Enzo, se da un lato son dispiaciuta per la tua rinuncia, perché credo che solo una persona come te puo condurre la cosa pubblica onestamente e rettamente, dall'altro lato appoggio e condivido questa tua decisione, che sicuramente hai preso insieme al tuo gruppo, perché sei una persona cresciuta con i principi dell'onestá e della giustizia e dell'unione che fa la forza. Sono certa che questa posizione dará da pensare a tanti elettori, che hanno ora l'opportunitá di vedere chi va a caccia del mero potere e chi invece pensa solamente al bene della comunitá.... ti abbraccio forte forte
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