L’agricoltura e “i tre moschettieri

Non si è ancora finito di parlare del ciclone “Athos” che arriva la grandine “Milady” e, nell’attesa del salvatore “D’artagnan”, la serricoltura della fascia trasformata continua a essere agonizzante. Dopo i disastri di una commercializzazione che vede la grande distribuzione organizzata farla da padrone dettando tempi e condizioni di pagamento strozzando il mercato. Dopo il disinteresse di una classe politica che ha distrutto la legislazione di riferimento degli agricoltori siciliani e vittoriesi, non consentendo né di riscaldare le serre né di introdurre incentivi per la loro ristrutturazione e la loro metanizzazione, ristrutturazioni che avrebbero potuto evitare anche i disastri di questi giorni, o per lo meno consentire agli agricoltori di stipulare assicurazioni, visto che le polizze vengono fatte solo per strutture in acciaio. Vediamo tanti personaggi correre al capezzale del mondo agricolo. La verità è che si preferisce correre dietro le emergenze, si chiede lo stato di calamità come se non si sapesse che l’agricoltura è soggetta agli eventi climatici avversi. Molti piangono le loro disgrazie soprattutto i produttori che stanno dentro le serre tutti i giorni, ma molti politici e burocrati fanno loro il verso come tanti sepolcri imbiancati. Il cambiamento vero sta qui nella capacità di governare i processi economici con la programmazione seria e con la prevenzione di fenomeni naturali sempre in agguato, senza aspettare i tre moschettieri di turno. 16-1-13
Enzo Cilia (consigliere comunale di Vittoria)

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