La vittoria della nostra Vittoria, occorre un punto.


Il risultato elettorale non lascia adito a dubbi di sorta è una Grande Vittoria della politica, della buona politica. Per il centro sinistra vittoriese si chiude in maniera incontrovertibile una anomala e travagliata pagina politica durata troppo a lungo. I partiti del centro sinistra che sui contenuti condividono il proprio percorso politico-amministrativo col centro moderato possono rimettere in moto le migliori energie della città. Ora l’alleanza delle forze di centro sinistra per diventare una realtà stabile e non un mero patto elettorale va rinsaldata costruendola attraverso metodi e procedure comuni. Perciò riteniamo utile e necessario ribadire che l’azione amministrativa deve basarsi sul comune accordo politico programmatico che vede come obiettivi principali il rilancio dell’economia locale e delle infrastrutture ad essa legate, il governo del territorio ( rifiuti, PRG,…), la difesa dei beni comuni, la partecipazione e la trasparenza amministrativa. La nostra Vittoria ha sconfitto chi pensava che la città fosse ferma in un eterno presente senza via di uscita o che, nientemeno, potesse tornare indietro a modalità di governo autoreferenziali che hanno avuto a che fare con una visione leaderistica e tribunizia, tutta puntata su singole personalità al di là della destra e della sinistra fino a rasentare il qualunquismo. La nostra Vittoria vuole portare al centro il valore dell’autonomia della politica, una politica in grado di governare i processi economici e sociali assieme alle grandi contraddizioni presenti nella città e non viceversa. E’ una grande sfida e una grande responsabilità che ci stiamo assumendo, ma i cittadini vittoriesi col loro voto ci hanno chiesto di aprire una pagina nuova, di farla finita coi veleni, di cambiare registro, di ribaltare la nostra mentalità e il nostro modo di pensare. Occorre in maniera decisa liberare e dare spazio alle energie assopite, ai giovani, alle donne , occorre dare loro coraggio e forza per esporsi e liberamente proporsi come nuova classe dirigente. Io e i miei compagni vogliamo supportare questo processo, abbiamo il dovere di allargarlo e aiutarlo facendo progredire un dialettica democratica in grado di avviare una selezione della classe politica futura al rialzo e non al ribasso come è avvenuto per moltissimi anni. Per fare questo ci vuole una mission comune, ci vogliono radici e valori forti, ci vogliono grandi ideali e “grandi ambizioni”. Questo è il compito della Politica, della buona Politica. Noi ci proviamo.
14-06-11 Enzo Cilia

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