L’agricoltura muore, mentre continuano i siparietti.

I nostri agricoltori continuano a non saper e a quale santo votarsi, perché le ragioni della crisi attuale della nostra agricoltura affondano le radici in una polverizzazione produttiva molto accentuata e soprattutto nel fatto che l’agricoltura nel nostro Paese è stata considerata storicamente come un comparto da sovvenzionare più che un campo strategico dell’economia, mentre negli altri paesi europei il comparto agricolo viene difeso a livello nazionale ed europeo, ogni tanto sembra ci siano prese di coscienza collettiva come dimostrano le esperienza di “comitati spontanei” e di “scioperi della fame”, che accendono i riflettori sulla questione, ma subito la speranza viene soffocata da logiche trasversali che tendono a trasformare il giusto malcontento degli agricoltori in consenso politico immediato per tutti senza differenziazione e senza assunzione di responsabilità nel nome di una indistinta unità che spesso serve solo a salvare capre e cavoli dei politici locali filo governativi. Al punto di assistere a veri e propri siparietti tra uno dei fantomatici rappresentati degli agricoltori falliti o in via di fallimento (Malannino) ed ex assessori regionali all’agricoltura (Aiello) che quando era in carica difendeva nei comizi in piazza gli stessi per i sopprusi subiti (da noi?) per non essere stati candidati nelle nostre liste e oggi, forse per gelosia nei confronti del nuovo assessore regionale (Cartabellotta) che li incontra un giorno si e un giorno no, grazie all’intervento di mediazione del Sindaco di Vittoria, lo attacca su una questione che certo sta a cuore ai vittoriesi, i quali vorrebbero avere la possibilità di farsi almeno serenamente il Venerdì Santo, almeno “u Signuri” consentitecelo, poi magari rimontate le tende o quello che volete, naturalmente rispettando le regole civili e le leggi, per protestare giustamente contro l’indifferenza e supportare il dolore di chi non ce la fa più. Io continuo a pensare che fino a quando l’agricoltura non sarà pensata come un settore strategico dal governo nazionale non ci sarà via di uscita, perché non si metterà mai mano alla riforma della burocrazia, a provvedimenti per aumentare il potere di contrattazione nei confronti della grande distribuzione come la fissazione di prezzi minimi e tempi decenti, alla riduzione degli oneri sociali e fiscali e all’accesso al credito. 23-03-2013 Enzo Cilia – Consigliere Comunale SEL - Vittoria

Commenti

Post popolari in questo blog

Sul Porto di Scoglitti

Un "caso"....

Oltre lo stigma: "Sui sentieri iblei" e "Sui sentieri di Acate..."