Il “potere” mediatico deve cercare di essere utile alla verità e alla democrazia

Ho ricevuto in data odierna tramite il messo notificatore da parte della segreteria del Consiglio Comunale la copia di una lettera a firma del dott. Giuseppe Bascietto dalla quale si evidenzia un risentimento nei confronti del sottoscritto reo di aver sollevato, a suo dire in modo “inusuale” in un consiglio comunale tenutosi l’anno scorso sulla vicenda avvenuta a Vittoria, l’ennesimo episodio criminale (un conflitto a fuoco tra persone sfociato in un omicidio) in pieno giorno e in pieno centro, degli interrogativi su alcune questioni su un tema vitale e determinante per la stessa convivenza civile come la lotta alla mafia. Pare non sia possibile chiedere notizie – riporto le parole dello stesso giornalista Giuseppe Bascietto - “su un passaggio di una mia intervista rilasciata al dott. La Rosa qualche tempo fa. Un’intervista in cui parlavo di politici e consiglieri comunali, in carica, che chiedevano voti a esponenti dei clan promettendo mari e monti.” Io, da una parte continuo a credere che non si parli mai abbastanza di quanto la criminalità organizzata cerchi di infiltrarsi nei gangli vitali dell’economia e a Vittoria il punto nevralgico è il mondo agricolo in tutte le sue sfaccettature. Perciò rimango convinto che i fatti, le inchieste, i processi e gli arresti degli ultimi anni e degli ultimi mesi dimostrano come nel nostro territorio ci sia stato nel tempo un interesse delle organizzazioni criminali al fine riciclare il denaro proveniente da attività illecite e controllare l’intera filiera agroalimentare e non solo. Proprio perciò, dall’altra parte, ritengo sterile e fuorviante la polemica su questioni che dovrebbero vedere unita la classe politica e la cosiddetta società civile a partire da chi coraggiosamente fa giornalismo d’inchiesta e avviare un’analisi seria sul fenomeno a difesa proprio di quei vittoriesi onesti che subiscono giornalmente l’oppressione e il controllo del sistema di potere mafioso. Non si esorcizza il male voltando la testa dall’altra parte e tutti abbiamo il dovere di mantenere alta la tensione morale sia come cittadini che come istituzioni per fare terreno bruciato ai fenomeni criminali e mafiosi, perché solo coniugando legalità e sviluppo ci potrà essere un futuro diverso e migliore per Vittoria, la provincia di Ragusa e la Sicilia, ma questo non può consentire a nessuno di sparare nel mucchio e di fare di tutta l’erba un fascio e io nella mia veste istituzionale di consigliere comunale della città di Vittoria non posso vedere infangare la massima istituzione della mia città con insinuazioni o pregiudizi, il coraggio della denuncia deve essere portato alle estreme conseguenze e di fronte ad una richiesta precisa o si chiede scusa per essere andato sopra le righe, magari nella foga di un’intervista estemporanea, o si fanno nomi e cognomi senza ulteriori allusioni o peggio mistificazioni di sorta, mi dispiace, ma non mi convince la risposta contenuta nella sua lettera: “ Ora sono io che faccio una domanda al consigliere comunale, di cui non faccio il nome per correttezza …..…”. E allora dico direttamente a lei, per correttezza, che la richiesta rimane sempre la stessa, le denuncie che riguardano persone devono essere chiare e circostanziate, perché il rischio è di colpire in maniera indiscriminata l’istituzione democratica del Consiglio Comunale nella sua totalità e non credo ci sia questa necessità nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. In attesa di un suo riscontro, porgo distinti saluti. Vittoria, 19-6-13 Enzo Cilia

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