Mozione per una città senza gioco d’azzardo.
Al Presidente del Consiglio Comunale di Vittoria
Oggetto: Mozione per una città senza gioco d’azzardo.
Il gruppo consiliare di SEL chiede al
Presidente del Consiglio di inserire all’ordine del giorno del prossimo
consiglio utile la mozione riguardante il GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) al
fine di deliberare un documento unitario di tutto il consiglio che possa
fungere da documento di programmazione politico-amministrativo per l’attività
dell’amministrazione comunale e di indirizzo per l’Assemblea Regionale e/o per
il Parlamento Nazionale dove è ancora in discussione la legge quadro sul gioco
d’azzardo.
Il gruppo
CILIA GAROFALO MUSTILE
Proposta
di relazione da inserire nell’ODG del Consiglio Comunale di Vittoria
GIOCO D’AZZARDO: ………UN CANCRO SOCIALE.
Il gioco
rappresenta una forma di attività che contraddistingue universalmente i viventi
in misura proporzionale al loro grado di sviluppo intellettivo ed in
particolare l’uomo.
Accanto alle componenti più propriamente
ludiche di puro intrattenimento, simulazione, addestramento, anticipazione di
situazioni collegate alla realtà, sono noti aspetti problematici collegati al
gioco sotto forma di comportamenti compulsivi, dipendenza, assunzione di quote
inadeguate di rischio, disgregazione degli impulsi, compensazione di aspetti
disarmonici della personalità del gioco (GIOCO
PATOLOGICO).
Gli psichiatri
definiscono il 'gioco d'azzardo
patologico' come un comportamento
persistente, ricorrente e maladattivo, che compromette le attività personali,
familiari e lavorative.
Solo vent’anni fa l’OMS ha
identificato nel Gambling una specifica patologia che è stata riconosciuta
nello stesso manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM)
inserita in un’area, quella relativa al non controllo degli impulsi, con
innegabili analogie con il tema delle dipendenze.
Sono sempre più evidenti i dati e le
notizie di cronaca che segnalano casi di patologia, di forte problematicità
sociale, di vera e propria dipendenza, di disperazione e di sconfinamento
nell’usura e anche di suicidio nei giocatori patologici.
Molte ricerche epidemiologiche,
condotte su larga scala in altri Stati evidenziano tassi di incidenza di
giocatori patologici che fanno pensare ad un grosso fenomeno sommerso e in
espansione e con costi umani e sociali, tutt’altro che secondari.
E’ in crescente aumento il numero delle
persone direttamente interessate o i loro familiari che chiedono aiuto ai
servizi, a professionisti o a volontari per questo “nuovo e incomprensibile“
problema. Di fronte a tale recente e improvvisa emergenza sia a livello
nazionale che locale ci troviamo piuttosto impreparati su più piani. Mancano
studi di impatto sociale, manca un’organizzazione di risposte adeguate e
diffuse su tutto il territorio.
Certo è paradossale che dopo tanti anni
passati a descrivere ed a ricercare le cause delle dipendenze patologiche, ora
che tutto il mondo scientifico conosce i meccanismi neurobiologici della gran
parte delle dipendenze, lo Stato diventa il primo “spacciatore” di dipendenza,
quale è il gioco d’azzardo. Forse molti non sono ancora consapevoli di quanto
sta succedendo sotto i nostro occhi, ma è chiaro, e potrebbero fare altrettanto tutti i gestori
dei locali dove si vendono queste “dosi” di falsa speranza, che la nostra
collettività sta subendo con una violenza psicologica fortissima e che passa
inosservata, una delle più incredibile offensive che porta alla dipendenza che
la storia delle “droghe” in Italia abbia mai conosciuto.
La diffusione così capillare delle
occasioni di gioco sta scardinando la precaria condizione psicologica di molti
individui che vivono un periodo di particolare crisi economica e le occasioni
di gioco, così diffuse senza controllo e
regole, stanno selezionando una sempre più vasta popolazione sensibile, la
quale resterà imbrigliata nelle maglie di questa vera e propria rete generatrice
di false speranze di cambiamento della propria posizione e del proprio futuro.
Il risultato sarà un numero sempre maggiore di dipendenti dal gioco. Il gioco
d’azzardo patologico è una delle dipendenze più gravi che si conoscano, in
quanto, proprio perché non esiste il danno biologico legato alla azione
neurotossica della sostanza, è ancora
più difficile da criticare da parte dell’interessato che resta prigioniero
della propria precarietà e disperazione fino anche a compiere gesti estremi.
La già attuale gravità è fortemente
fomentata da una politica statale che in
modo sempre più spregiudicato favorisce ed incrementa le occasioni di incontro,
anche da parte di adolescenti ed in qualunque posto e senza alcune regole, se
non quelle del rispetto della legge vigente, tra l’individuo, con tutte le sue
difficoltà e precarietà, e la “macchina
che genera speranza di cambiamento” (IL GIOCO) determinando un impatto che
per molti è e sarà sempre più patologico e mortifero.
Occorre saper rinunciare, occorre saper
fare scelte che potrebbero essere in un primo momento economicamente più
svantaggiose sia da parte dello Stato che da parte del singolo gestore che può
dire no alla vendita di biglietti vari o alla presenza di queste macchinette
dentro il proprio locale motivandone la rinuncia sociale.
I dati ci consegnano un fenomeno
sociale ed economico di proporzioni gigantesche; nel 2011 il volume di “affari”
legato al gioco ha fatturato ben 76 miliardi di euro che sono reddito sottratto
alle opportunità di molte famiglie che sperano di essere “NATI PER VINCERE”
come recita uno degli innumerevoli spot televisivi e giornalistici imperanti in
questo momento, con una
spesa media pro-capite di 1200 euro, e pertanto con un volume nella provincia
di Ragusa di ben 1 milione di euro al giorno e per Vittoria di 78 milioni di
euro ogni anno . Sono
evidenti e gigantesche manovre finanziarie mascherate che prendono i soldi
dalle tasche dei più deboli, se è vero che la maggiore quota sociale dei
giocatori è rappresentata dagli italiani con reddito basso. Il gioco sta
rappresentando sempre di più, anche per i giovanissimi, una via alternativa ed
una scorciatoia per arrivare all’eldorado, alla pecunia facile senza fatica e
senza merito, sfidando solo la dea bendata che “prima o poi mi deve premiare”
come suole dire il giocatore tipo.
Il
confine fra il gioco normale e quello patologico sta tutto nel fatto che il
giocatore d'azzardo va decisamente oltre la propria volontà, non riuscendo a
sottrarsi a questa spinta che sente dentro di sé e, quando lo fa, sta male
perché ha segni di astinenza, così come per le altre forme di dipendenza :
aggressività, sbalzi d'umore, ansia, attacchi di panico ecc.
Quando le
persone sono fortemente esposte al gioco d'azzardo, che è accessibile a tutti,
anche ai minori, addirittura pubblicizzato in televisione, come accade in
Italia con tutti i vari tipi di gioco oppure sui siti internet, il cosidetto
poker on line, senza alcun controllo,
può accadere ancor più facilmente che le persone più vulnerabili possano
ammalarsi di questa patologia.
Le
conseguenze del gioco d'azzardo sono molto gravi per la persona ed incidono
fortemente nel suo ambito familiare, sociale, lavorativo. Il giocatore
d'azzardo prima o poi viene preso dalla morsa dei debiti e dunque è alla
continua ricerca di denaro, che sottrae alla famiglia, chiede prestiti a
parenti e amici, emette assegni a vuoto, ruba, diventa un bugiardo patologico:
tutto quello che riesce ad accumulare non serve per pagare i debiti, ma per
essere investito nuovamente nel gioco. Nessun lavoro infatti potrebbe far
accumulare in così breve tempo (come i creditori richiedono) tutto il denaro
necessario per pagare i debiti: per questo il lavoro viene abbandonato ed il
tempo del giocatore d'azzardo viene speso nel gioco e nel cercare soldi.
Che fare?
Per questo tipo di patologia molto importante è la
prevenzione, sia a livello sociale che personale. Lungi dal chiedere il
proibizionismo, si vorrebbe almeno che l'accesso al gioco d'azzardo fosse più
moderato, meno incentivato perfino da campagne pubblicitarie. (Il che non
eviterebbe del tutto il fenomeno perché, ricordiamolo, per disperdere un
patrimonio, per rovinare una famiglia, non serve lo chemin de fer al casinò:
può bastare anche una briscola al bar del paese).
Serve poi l'informazione: le persone devono sapere
a cosa vanno incontro, devono conoscere i meccanismi che portano verso questa
dipendenza e ri-conoscerne i segnali nel proprio comportamento.
L’adeguamento agli standards europei
suggerisce tuttavia la necessità di avviare iniziative tese a favorire una
positiva cultura del gioco che valga a promuovere adeguate forme di attività
ludica e a prevenire nel contempo forme di uso eccessivo o distorto.
Infine, capire che il gioco d'azzardo non è un
hobby, non è un vezzo, ma è una patologia grave, che va curata attraverso un
trattamento psicoterapico o attraverso l'adesione ad un gruppo di
auto-mutuo-aiuto, che in questi casi, come in quello degli alcolisti, produce
importanti e duraturi risultati.
Ne vale del nostro futuro e di
quello dei nostri figli e della credibilità del lavoro di onesti professionisti che giorno per
giorno nelle scuole fanno interventi di prevenzione primaria sui comportamenti
a rischio nei minori.
Sarà
difficile fare scelte di questo genere in un momento dove si discute
accanitamente sull’opportunità di aumentare o diminuire la quantità di una
sostanza, come può un Padre (sia quello biologico che lo Stato) che attua
comportamenti di tale genere, dire ai propri Figli di non fare uso di uno
spinello ed essere coerente e credibile?
Pertanto si ritiene utile segnalare
alcuni suggerimenti che potrebbero essere inseriti nel testo di Legge che il
Senato e la Camera dei deputati dovrebbero accingersi a varare:
1)
Impegnarsi non sponsorizzare eventi di qualsiasi
genere in cui siamo presenti minori di 18 anni;
2)
Impegnarsi a proibire la pubblicità verso nuovi
giochi;
3)
Obbligo ad esporre in modo visibile cartelli nei
locali adibiti al gioco in cui si evince chiaramente che non è possibile
giocare sotto i 18 anni;
4)
Obbligo ad esporre in modo visibile nei punti
gioco cartelli con la descrizione chiara dei primi segni di gioco d’azzardo
patologico;
5)
Attivarsi per concentrare in pochi punti per ogni
città i posti in cui è possibile giocare;
6)
Attivare strategie molto più rigide per l’accesso
ai siti on line al fine di scongiurare ed impedire l’accesso ai minori (per
esempio utilizzare la patente di guida od altro documento utile che possa
indicare l’età del giocatore);
7)
Pretendere da parte dei gestori delle sale giochi
un corso di aggiornamento per gli operatori di sala al fine di riconoscere i
segni dell’azzardo;
8)
Spendere una parte dei proventi per ripianare le
economie locali che devono fronteggiare i drammi sociali lasciati dai giocatori
patologici.
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